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Willy Brandt


Pagina 28

COMO RIFORMISTA

Qualche tempo fa il mondo socialista comasco ha sentito il bisogno di riunirsi per riflettere sul futuro politico del nostro paese e della nostra collettività. Il 24 ottobre 2015 presso la sede del Circolo Willy Brandt a Como è iniziata, dunque, una nuova fase del dibattito politico comasco.
Con questo documento ci proponiamo di costruire una casa comune Socialista per aprirsi a nuove esperienze politiche e per dare la possibilità a tutti coloro i quali si riconoscono nell’area riformista e del socialismo europeo, non trascurando gli apporti che possono arrivare dall’area liberale più illuminata, di realizzare uno strumento di lavoro in cui far confluire tutte le idee, le proposte e le energie che non trovano spazio e considerazione nel nostro Paese e nel nostro territorio.
Questo quindi vuole essere un documento aperto che stimoli l’adesione e la condivisione, che dia voce a coloro che credono in questo territorio, nelle sue potenzialità e nelle sue risorse a cominciare dal ruolo forte e diverso della città capoluogo.
Ora è il momento di rimuovere lo stato di autorassegnazione dell’area liberal-socialista che sta portando ad una graduale estinzione politica gli eredi del socialismo in Italia.
Oggi serve una azione politica concreta che abbia come obiettivo quello di far risorgere una più grande casa comune di tutta la sinistra, ovvero un soggetto politico unitario di centro sinistra nel quale possano ritrovarsi, sulla base di una comune visione politica le culture riformiste del Paese.
Bisogna dare per scontato il superamento di quelle che furono le ragioni storiche delle divisioni della sinistra, e prendere atto con realismo che è in corso un processo politico che forse non ha ancora palesato le sue potenzialità, ma che ha certamente già prodotto un rinnovamento irreversibile dei gruppi dirigenti.
Tale rinnovamento era la premessa necessaria.
La storia futura non potrà sviluppare a pieno le proprie potenzialità se non si libererà dai condizionamenti oggettivi di una storia passata.
Una Storia bella, caratterizzata da grandi passioni, da grandi richiami ideali, da grandi lotte, una Storia che rimane come patrimonio inalienabile e non cancellabile dalle coscienze, ma paradossalmente tanto condizionante da risultare da ostacolo ad un nuovo processo unitario e riformatore adeguato ai grandi mutamenti intervenuti a livello strutturale.
Occorre ritrovare quello slancio riformista e quella spinta propulsiva di cui il PD e PSI locali risultano deficitari.
Noi pensiamo che non sia contestabile il fatto che il P.D. faccia parte della grande famiglia socialista europea e che abbia contribuito con il suo successo elettorale a dare maggior forza alla rappresentanza Socialista nel Parlamento Europeo.
Riteniamo altresì che il Governo Renzi, cui partecipa a pieno titolo il PSI con il suo Segretario, stia attuando politiche economiche di sviluppo tese soprattutto al rilancio dell’occupazione, politiche quindi ispirate alle idee socialiste e liberali assumendo il metodo riformista come filo conduttore della propria azione.
Ritornare alla Politica con la “P” maiuscola è oggi una grande priorità, ritornare ad una politica che continui ad operare per il costante miglioramento delle condizioni di vita di tutti noi è oggi una ineludibile esigenza.
Noi pensiamo sia necessario contribuire con la nostra presenza, nell’ambito della sinistra di governo italiana, a rilanciare le idealità socialiste e democratiche in Italia e in Europa.
Sulle questioni dei migranti, delle politiche di sviluppo nelle zone più povere del mondo, della tutela dei giovani lavoratori, dei diritti delle persone a cominciare dalla questione delle coppie di fatto, della ripresa di un’efficace politica di attenzione al medio oriente e al mediterraneo, sulla necessità di ridare ruolo allo Stato nell’economia superando quel liberismo esasperato
ed un mercato senza regole, che ha costretto in miseria miliardi di persone, sulla necessità di rilanciare il ruolo dello Stato nelle grandi scelte economiche a cominciare dalla reintroduzione di regole più appropriate, sulla esigenza di riprendere un percorso di maggiore tutela ed assistenza ai più bisognosi, sull’esigenza di accompagnare il nuovo sviluppo del pianeta nell’ambito delle nuove tecnologie, sulla necessità di costruire politiche di sviluppo sostenibile per il mondo intero, su tutte queste questioni e su altre ancora noi riteniamo che i socialisti italiani debbano esprimere la loro opinione all’interno del dibattito politico dentro e fuori dai partiti.
In questa situazione tutti dovremmo collaborare per questo nuovo percorso, non sempre agevole, del cambiamento e della rinascita del nostro paese e dell’intero pianeta. Non possiamo sempre essere spettatori disinteressati ed immobili mentre il mondo cambia. Dobbiamo scrollarci di dosso questo abito mentale di rassegnazione.
Noi socialisti liberali abbiamo altra sensibilità quasi antropologica, altra predisposizione: dobbiamo essere attori del nostro futuro politico. Per questo dobbiamo esserci, per poter contare.

Vogliamo anche entrare nello specifico delle nostre questioni a cominciare dalle vicende che riguardano Como e la sua provincia.
Bisogna cominciare a ristabilire almeno 3 elementi di certezza:

  • Il ruolo di Como Capoluogo va affermato senza fraintendimenti e con grande determinazione, cosa che fino ad oggi non abbiamo visto. Il ruolo del capoluogo è determinante in un momento come quello che stiamo attraversando e che sta vedendo il ridisegno della geografia istituzionale del nostro paese a cominciare dalla scomparsa delle Province.
  • La destinazione turistica di Como non è in discussione e non può essere dimenticata. Ma essa è un fatto geografico e ambientale e, come tale, va semplicemente accompagnato.
  • La vocazione produttiva e industriale del nostro territorio va, invece, fortemente sostenuta. Non possiamo dimenticare che il territorio di Como è un complesso sistema produttivo e di servizi che rappresenta la vera spina dorsale del sistema. Dobbiamo riprendere quelle nostre politiche virtuose di relazioni forti tra Politica ed Economia con l’obiettivo della ripresa della crescita e del miglioramento continuo delle condizioni di vita del nostro territorio. Tale forte convergenza di valori e di ideali permette l’ottenimento di quei risultati che oggi stentano o, addirittura, neppure arrivano.


Su Como:
le vicende politiche, economiche e sociali ultimi trent’anni, hanno portato la città a perdere quel ruolo nel manifatturiero con la presenza di attività industriali anche nella convalle, ricercare quale debba essere la sua nuova vocazione, sicuramente turistica e culturale, anche congressuale e universitaria, che valorizzi i suoi patrimoni artistici che spaziano dal romanico puro al gotico-lombardo. Dal neoclassico al più recente razionalismo.

Dobbiamo ripensare gli elementi forti delle scelte cittadine, quindi affrontare in chiave laica i problemi contingenti di Ticosa e paratie ridefinendoli in una visione urbanistica della città che non può essere solo basata su interventi, sia pur apprezzabili, quali l’allargamento della ZTL o la soluzione Trevitex .

Dobbiamo affrontare con libertà di giudizio:

  • la discussione e la scelta sull’utilizzo dell’ex area dell’ospedale psichiatrico quale campus universitario o, invece, pensare in termini di università diffusa puntando al rafforzamento di una delle eccellenze comasche: l’Insubria;
  • la realizzazione della cittadella sanitaria con la sua capacità di liberare grandi spazi in città trasferendovi i presidi ASL;
  • il problema degli spazi per la pratica sportiva, indispensabile per la formazione fisica e morale della gioventù. In tale contesto vanno ripensate, nella stessa logica urbanistica razionalista che aveva concepito la cittadella dello sport, le funzioni dello stadio Sinigaglia, che oggi paralizza, in occasione delle partite tutta quell’area di pregio;
  • un diverso sistema di mobilità che favorisca l’accesso alla città e l’uso del mezzo pubblico;
  • la connessione con Milano e il Ticino facendo diventare, la più volte promessa e mai realizzata, stazione unificata di Albate/Camerlata il vero hub del trasporto pubblico locale capace di mettere in relazione Lecco – Varese – Mendrisio –Lugano – Milano;
  • l'individuazione di un vero centro culturale espositivo importante che liberi villa Olmo, non concepita strutturalmente per tali funzioni;
  • il necessario rafforzamento ulteriore dei centri espositivi del territorio Lario Fiere e Villa Erba;
  • la discussione sulla destinazione del teatro Politeama valorizzandone, simbiosi al teatro Sociale,l'attrattività culturale ripensando il rapporto con il Conservatorio musicale, senza però escludere forme nuove di riutilizzo già sperimentate con successo in altre città;
  • il necessario ulteriore incremento di ricettività favorendo il recupero di edifici esistenti e lo sviluppo di forme di albergo diffuso;
  • la questione del Patrimonio immobiliare pubblico (Comunale e non), che non può essere considerato un bene da alienare per fare cassa, bensì un insieme di risorse disponibili da riutilizzare per importanti progetti di sviluppo della città. Ciò a partire dall’area Ticosa;
  • il programma, finalmente, di una destinazione urbanistica delle aree dismesse lungo l'asse via Grandi - via Innocenzo XI, rafforzando quel concetto di viale di penetrazione in città che da Camerlata conduce direttamente al lago e ad uno splendido monumento ai caduti;
  • lo spostamento del depuratore verso la collina e il riutilizzo di quell’area in un programma di recupero dell’ex scalo delle ferrovie e dell’area ex Danzas;
  • il riutilizzo dell’area delle caserme;
  • la valorizzazione delle Fondazioni private esistenti in chiave di recupero della capacità imprenditoriale e produttiva di Como e del suo territorio.


Fatte queste considerazioni, ci proponiamo di aprire un luogo di confronto continuo con tutti quelli che, pur avendo storie, convinzioni e sensibilità diverse, si riconoscono in questo documento per riaffermare i valori di libertà, solidarietà propri del Socialismo, contribuire alla crescita di un’area riformista e democratica e lavorare per un progetto di città più aderente alle aspettative dei cittadini.
Questo progetto deve coinvolgere necessariamente i giovani che spesso operano attivamente nel sociale, ma che non si riconoscono nella prospettiva offerta oggi dalla politica dei Partiti, che non trovano alcuno spazio di discussione ed elaborazione libera da condizionamenti ma che possono essere disponibili a lavorare per la Città.
Noi pensiamo che il luogo fisico di elaborazione e confronto possa essere il “CIRCOLO CULTURALE EUROPEO WILLY BRANDT", che ha storia e titolo per essere considerato al di fuori di ogni pur legittima appartenenza partitica, ma saldamente ancorato al Socialismo Europeo di cui W. Brandt fu ispiratore e fondatore.


Como, dicembre 2015

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