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Como, 02/09/2023
Questa notte è scomparso Renato Tacconi figura simbolo del socialismo comasco e lombardo. Lascia un vuoto incolmabile nella cultura socialista e laica. Alla famiglia le nostre più partecipate condoglianze.
Ecco come Angelo Soccio ricorda Renato:
""Nel lontano 1968 eravamo tutti impegnati, come " giovani leoni socialisti ", così amavano chiamarci, per la elezione di Renato alla Camera dei deputati appena trentaduenne, e capeggiati dal sempre dinamico Sergio Simone. Guidavo l'auto rossa affidatami dal nostro candidato e con un megafono sul tettuccio della stessa, installato dal Rino Malacrida, e con le seguenti parole registrate " votate e fate votare il rappresentante del Socialismo comasco Renato Tacconi " si andava su e giù per la città e per i paesi della provincia dalla Val Cavargna fino all'ultimo paese zona lecchese. Momenti di grande mobilitazione e di grande passione. Risultato non fu la elezione ma una grande affermazione del partito e del nostro Renato primo degli esclusi.""
Il ricordo di Renato firmato da Sergio Simone:
""Dopo lunga o dolorosa agonia amorevolmente assistito dalla figlia Stefania ci ha lasciato Renato Tacconi, aveva 87 anni e da tempo si era ritirato a Milano .
Tacconi è stato una figura importante del Socialismo e della politica comasca di cui ben poco possono sapere le nuove generazioni anche perché sul Partito Socialista e la sua storia è calata la mannaia della damnatio memoriae. La storia riscritta nella seconda repubblica ha cancellato il ruolo avuto dai socialisti nel periodo più fertile di conquiste di diritti civili e sociali che abbia conosciuto il nostro Paese. Epoca di grandi lotte operaie e di storiche riforme che caratterizzarono i governi a partecipazione socialista, La Programmazione e l'economia mista, la nazionalizzazione dell'energia, lo Statuto dei lavoratori, la riforma della scuola media, i decreti delegati e la scuola materna di Stato, la Riforma delle pensioni e quella ospedaliera le prime riforme urbanistiche, l'Istituzione delle Regioni. Renato sempre impegnato in prima file, fedele all'insegnamento di Giacomo Brodolini, sempre da una parte sola, dalla parte dei lavoratori.
Renato si iscrive giovanissimo al Partito Socialista, reclutato da Renzo Pigni, entra a far parte dell'apparato del Partito. Furono anni difficili per i funzionari di Partito, la cui vita era a dir poco grama, per fortuna c'era la mensa dei ferrovieri dove si poteva mangiare con poche lire. Conobbi Renato alla fine degli anni cinquanta e la nostra collaborazione divenne organica 1964 nel processo di autentica ricostruzione del Partito conseguente alla scissione del PSIUP.
Pigni., allora leader indiscusso del Partito e la stragrande maggioranza del gruppo dirigente aderirono alla scissione. Solo poche figure storiche rimasero nel PSI, Bruno Amoletti , Emilio Nones, Luigi Rovelli ed un gruppetto di giovani, Giacomo Bicchierai, Marte Ferrari Renato Tacconi.
Ess riuscirono in pochi mesi a riorganizzare il Partito che ottenne un discreto risultato alle elezioni amministrative. Tacconi ventottottennei fu eletto Consigliere Provinciale nel Collegio di Fino Mornasco, ma continuò a guidare il Partito nel processo di unificazione con il PSDI di Saragat. Fu quella una fase particolarmente difficile, la fusione non aveva avuto una sufficiente preparazione e pur unificati formalmente i due partiti nella sostanza rimasero divisi. In quella fase emersero le grandi doti di leader di Renato che si adoperò per una vera unità del Partito conquistando la stima di tanti autorevoli e storici socialdemocratici che poi nella futura scissione saragattiana rimasero nel PSI, parliamo dei fratelli Giordano e Gracco Azzi, Battista Somaini, Nino Bellosi, ed altri. Le elezioni politiche del 1968 furono fatali per il Partito. Le grandi speranze della Unificazione andarono deluse, il risultato fu deludente e doloroso. Il Capolista della Circoscrizione, Il Ministro Virginio Bertinelli non fu eletto. I "giovani leoni del PSI vogliono far fuori il Ministro" scrisse un autorevole Direttore del Giornale locale. Fu un attacco ingeneroso perché Renato proprio per tenere unito il Partito, pur sapendo di non avere possibilità di elezione accettò di candidarsi. Ma, non per colpa sua, prevalse lo spirito di corpo delle due anime del Partito. Ma il suo sacrificio fu compreso da molti compagni socialdemocratici che come ho ricordato rimasero nel PSI e non aderirono alla scissione di Tanassi.
Meravigliosa fu invece la campagna elettorale per l'elezione del primo Consiglio Regionale, si saldò in quella fase una proficua collaborazione tra il socialista Tacconi e la componente democristiana guidata da due figure prestigiose , che segneranno poi la storia del ventennio successivo e parlo di Rino Golfari e Giuseppe Guzzetti. Si parlava nelle tante tavole rotone organizzate dalle Rispettive sezioni, del valore di quella grande conquista e dell'importanza del programma elaborato dal CRPE presieduto da Bassetti.
Tacconi risultò eletto Consiglier e poi fu chiamato a ricoprire l'incarico di Vive Presidente. Se qualcuno domani scriverà la storia di quegli anni non potrà ignorare il lavoro intenso e i risultati conseguiti dell'Assessore Regionale Tacconi per lo sviluppo del territorio comasco.
Nel 1970 ci furono anche le lezioni Comunale e Provinciali e Tacconi, segretario della Federazione socialista, realizzò per la prima volta a Como l'alleanza di centro sinistra. In qualità di Segretario Cittadino del PSI fui testimone di una riunione nello studio medico del dott. Angelo Spallino, presenti Tacconi ì, Golfari e Guzzetti ove si elaborò la strategia per far prevalere la candidatura di Antonio Spallino a Sindaco di Como. Il Psi ebbe un ruolo importante e fors'anche decisivo. La strategia risultò vincente grazie al lavoro intelligente dei Consiglieri Comunali Paolo Mantegazza per la Dc e Antonio Rossetto del PSI. La città né beneficiò. In tale riunione si decise altresì che l'Amministrazione Provinciale avrebbe realizzato un programma steso alle luce di una ricerca e di un piano socio-economico, redatto da equipe che, come ricorda nel suo libero Stefano Rolando comprendeva il giovane ricercatore Sergio Moroni. Fu il primo e ultimo piano economico del territorio comasco.
Oggi ci sia consentito nel piangere un nostro grande compagno di affermare con orgoglio che la città e il territorio comasco devono qualcosa anche al Socialista Renato Tacconi.
Ciao Renato noi possiamo solo ringraziarti per quanto ci hai dato e insegnato e a me piace pensare che hai già ripreso il discorso interrotto con caro mai dimenticato Marte Ferrari.""