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Como, 21 ottobre 2024

LUTTO NEL SOCIALISMO COMASCO
CI HA LASCIATI
ANDREA PARINI

E' scomparso Andrea PARINI da tempo malato si era trasferito a Torino.
Figura storica del socialismo lombardo e comasco.
Era stato segretario del PSI a Como e Segretario Regionale del PSI in Lombardia.
Oltre ad aver ricoperto numerosissimi incarichi politici e istituzionali, lo vogliamo ricordare alla fine degli anni settanta segretario nazionale della FGSI - federazione giovanile dei socialisti.
Lascia un vuoto incolmabile nella cultura socialista e laica.
Alla moglie Giulia le nostre più partecipate e affettuose condoglianze.

Ecco come lo ricorda Adria Bartolich, già sindacalista, debutata e consigliere comunale dei DS

IN RICORDO DI ANDREA PARINI

Ho conosciuto Andrea alla fine degli anni '80. Entrò mentre io e Giulia, sua moglie, stavamo scrivendo un documento sulle donne, al tavolo della loro cucina. Lui era già stato molte cose, segretario nazionale dei Giovani socialisti, segretario regionale del Partito Socialista Italiano, assessore alla cultura della Regione Lombardia, commissario inviato da Craxi in Sicilia e per un uomo che a quel tempo nemmeno arrivava ai quarant'anni, erano davvero tanto.
Naturalmente lo conoscevo di fama.Girava voce in città che fosse destinato a grandi carriere e fosse molto vicino a Bettino Craxi.
Me lo aspettavo arrogante. Mi trovai davanti un uomo gentile, perfino timido, che si sedette con noi a discutere il documento.
Si può dire che da lì in poi non ci siamo mai persi.
Nel 1992 venne coinvolto negli arresti di Tangentopoli
Ho seguito da vicino la sua vicenda e di molti altri. Ero stata eletta consigliere comunale e capogruppo del PDS a Como e in quei giorni avevo perfino paura di entrare in Consiglio, tanti ne venivano arrestati.
Andrea non fu condannato, ebbe però la carriera politica bruscamente interrotta.
Oltre alle indagini , anche il clima generale, forcaiolo oltre ogni misura, basti ricordare il lancio di monete a Craxi davanti all'Hotel Saint Raphael a Roma, determinò la fine di molti politici, in alcuni casi anche la fine della loro stessa vita.
Un'intera generazione di dirigenti venne spinta ai margini della vita politica e non sempre coloro che li hanno sostituiti erano dello stesso livello.
Andrea è stato tra questi e la barbarie giustizialista non ha risparmiato nemmeno la sua famiglia.
I figli costretti a cambiare scuola dal peso di un clima e di un'opinione pubblica, che più che un vero desiderio di giustizia sembrava invece appagata dal fare pagare al potente, nel momento di difficoltà, di esserlo stato.
Fu un momento nel quale anche solo provare a fare un distinguo sembrava un'eresia.
Nel caso di Andrea Parini, ma anche per molti altri, Tangentopoli non fu un momento di giustizia bensì il contrario.
Sono convinta che essere garantisti, in un paese democratico, non sia un vezzo bensì una necessità imprescindibile.
Quella fase segnò una cesura, una ferita che a distanza di oltre trent'anni non è ancora rimarginata.
Tutte le volte che avevo modo di parlare con lui e confrontarmi sulla politica, mi chiedevo che Paese potesse essere quello che teneva in panchina un politico di quel livello per promuovere le mezze figure che da anni pervadono le trasmissioni televisive e i talk show.
Andrea, scalzato dalla sua via naturale, in un anno diede tutti gli esami che gli mancavano per chiudere gli studi universitari in legge, interrotti per seguire la sua passione politica, e si laureò con il massimo dei voti. Si mise a esercitare la professione di avvocato.
Si iscrisse ai DS e nel 2001 lo sostenni nella sua candidatura alla segreteria provinciale, convinta che oltre al valore politico ne avesse anche uno simbolico, la riabilitazione della cultura socialista e il segnale che anche un politico colpito dalle indagini di Tangentopoli, potesse tornare all'impegno politico attivo. Venne eletto ma ebbe vita difficile e l'incarico finì presto con le sue dimissioni.
Mantengo la convinzione che una classe politica ancora sotto shock e dilaniata dalle fazioni interne, non avesse capito il senso dell'intera operazione.
Andrea, oltre ad essere un caro amico, leale e generoso, era un uomo profondamente onesto, di grandi convinzioni politiche ed ideali, con un'immensa passione politica che non lo ha mai abbandonato, nemmeno nell'ultimo periodo nel quale era fisicamente molto provato.
Anche dopo il trasferimento a Torino ci sentivamo o gli mandavo riflessioni sulla politica.
Un giorno mi chiamò, mi disse di avere letto una cosa che gli avevo inviato via mail, era sui partiti, e mi parlò per quasi un'ora e mezza, esponendo il suo pensiero, con tanto di citazioni di studi e testi di riferimento. Mi rammaricai di non avere nulla a disposizione per prendere appunti, talmente era interessante quello che stava dicendo. Lucidissimo.
Mi ha praticamente fatto una lectio magistralis mentre era in dialisi. E questo dice tutto.

Adria Bartolich
Como ottobre 2024


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